Castello di Acquaviva

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Il Castello di Acquaviva, detto in modo più o meno improprio Vallecorsa Vecchia, rappresenta un sito storico-naturalistico di straordinaria importanza ed interesse.

Data:

11 Maggio 2023

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Il Castello di Acquaviva, detto in modo più o meno improprio Vallecorsa Vecchia, rappresenta un sito storico-naturalistico di straordinaria importanza ed interesse.

Acquaviva viene anche chiamata “Vallecorsa Vecchia”, in quanto parecchi ritengono che l’attuale paese sia stato fondato dagli abitanti del borgo di Acquaviva dopo il suo progressivo abbandono. Così parlando, evidentemente, si è voluto immaginare una coincidenza tra l'abbandono del sito di Acquaviva e la nascita di Vallecorsa, quasi ci fosse stato una sorta di travaso dall'uno all'altro borgo. Le parole, però vengono smentite dalle carte storiche: quando Acquaviva venne abbandonata (XV secolo), Vallecorsa esisteva già da molti secoli, come testimonia un documento del 1072, nel quale viene citata tra i beni
del Duca di Fondi, Littefreda, anche Vallecorsa oltre che Acquaviva.

Del passato più remoto di Acquaviva si sà poco o niente in quanto esistono poche citazioni in documenti storici; si ritiene che molto probabilmente sia stata fondata attorno all’Anno Mille. Essa è poi menzionata oltre che nel documento di Littefreda anche nell’inventario di Onorio II Caetani di Fondi (1491).

Acquaviva cominciò a decadere con la crisi che investì l’Europa nel XIV secolo, fino a scomparire, come tanti altri castelli, verso la fine del secolo successivo. Posizionata più a sud rispetto a Vallecorsa, ai confini con il territorio di Fondi, dominante sul mare, svolse inizialmente la funzione di insediamento militare. L'abbandono del suo abitato, ha avuto come causa scatenante dapprima le razzie dei turchi e poi quelle dei briganti.

I turchi, dopo aver attaccato Sperlonga si diressero fino a Fondi tentando di rapire la Contessa Giulia Gonzaga. Guidati da Khair ed Din, figlio di un rinnegato greco cristiano, famoso per il soprannome di “Barbarossa”e signore incontrastato di tutti i pirati “barbareschi” che infestavano, inalberando la Mezzaluna, le acque del Mediterraneo, dopo aver saccheggiato ed incendiato Sperlonga, nel 1534, assaltarono in forze la città di Fondi, nel tentativo di rapire la celebre e bellissima Contessa.
Ma Giulia Gonzaga, prima che i pirati giungessero nel castello, riuscì a porsi in salvo fuggendo verso il castello di Itri; i pirati islamici molto probabilmente, dopo aver saccheggiato Fondi, si spinsero sino ad Acquaviva, ormai indifesa, incendiandola.

Successivamente (XVI secolo), l'insediamento di Acquaviva già in parte abbandonato dalla popolazione, venne saccheggiato e semidistrutto dalla banda del famoso brigante abruzzese Marco Sciarra, il quale aveva il suo quartier generale presso il castello di Itri.
L'insediamento di Acquaviva, al tempo era posto in una zona di confine; quello che divideva il Regno delle due Sicilie dallo Stato Pontificio e chiamata appunto per il suo carattere di neutralità, "terra di nessuno". Tristemente conosciuta anche come "terra dei briganti", questa parte degli Ausoni, ne vide passare, nell'arco di appena due secoli, fino al 1870, un grande numero.
Gli antichi passi di montagna, battuti dal bestiame, facevano da palcoscenico alla grande tragedia della storia della montagna e del meridione conosciuta come "Brigantaggio" che si consumava in quegli anni.

Le vicende di confine diedero quindi il colpo di grazia all'insediamento di Acquaviva che rimase abbandonata fino a tempi recenti.

Il sito è stato dichiarato nel 2004 monumento naturale dalla Regione Lazio e nel 2009 in parte restaurato.

Come arrivare:
Da Frosinone - Dalla SS637 fino a superare il centro abitato. Prendere Via S.Francesco posta sulla destra della via principale per Gaeta e continuare seguendo le indicazioni per il tiro a volo al primo incrocio; al secondo incrocio che si incontra, proseguire a sinistra per circa 1Km fino a giungere su di un ponticello, dove comincia la strada carrabile per i ruderi (strada Vallecorsa- Fondi).

Da Latina - SS637/Via Gaeta superando il centro abitato di Lenola; oltrepassato il passo della Quercia del Monaco (Confine tra le province di Latina e Frosinone), si imbocca una pista carrabile alla sinistra della statale, che va in direzione di Vallecorsa; dopo circa 1Km, sulla sinistra inizia un sentiero pedonale che porta ai ruderi.

Ultimo aggiornamento: 10/08/2024, 11:52

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